Ascoli Piceno? Non proprio, anche se per più di tre ore mi è parso di essere stata a ridosso dei monti Sibillini nelle Marche, in realtà mi trovavo nel cuore del Friuli, a Martignacco, in un angolo di meraviglie che mi ha conquistato il cuore: la Trattoria al Picchio.
Specialità marchigiane e abruzzesi
Questo viaggio tra le specialità marchigiane e abruzzesi, tra ricerca ed emozioni, è arrivato grazie al passaparola, quella cosa tanto speciale che rimbalza di casa in casa fino a toccarti, un po’ come il telefono senza fili che si perpetua da tempi remoti e che rimane, a mio avviso, il mezzo più divertente e affidabile per scoprire nuovi posti.
Difficilmente, anzi azzarderei dire proprio mai, è arrivato alle mie orecchie un consiglio che non abbia rispettato le aspettative. E anche questa volta mi è andata molto bene.
Al Picchio si respira un’aria che sa di casa, le cui radici si fondano tra le Marche, l'Abruzzo, Venezia e il Friuli. In questo preciso contesto, quando parlo di casa, non intendo solo l‘atmosfera morbida e accogliente, ma faccio riferimento ad ogni singolo dettaglio: dal tovagliato di famiglia, all’ambiente intimo e contenuto (solo 16 posti a sedere), al pane e pasta fatti in casa, fino ad un menu che richiama piatti quasi dimenticati e che si tramandano di generazione in generazione nelle dimore marchigiane.
Una volta arrivati all’ingresso, suoniamo il campanello e ci apre Valentina, la custode della sala, che dopo un bellissimo benvenuto ci accompagna al tavolo in una stanza tutta per noi. Ci spiega, con una delicatezza minuziosa, che ci troviamo in un locale familiare, dove in cucina ci sono mamma Caterina, papà Luigi e nessun altro.
Ci presenta il menù, anticipando risposte a possibili domande su piatti mai assaggiati prima come il ciauscolo IGP e i vincisgrassi. Mi porge la carta vini, e sono subito scintille. Una piccola e curata selezione di vini marchigiani, da vitigni autoctoni delle Marche, in continua evoluzione e ricerca.
Si parte con una bollicina metodo classico da uve Verdicchio della cantina Mecella o Broccanera, oppure uno spumante rosè di Lacrima di Morro d'Alba di Buscareto, ottimi accompagnamenti per olive all'ascolana e antipasti, nonché tutto pasto.
Per proseguire, bianchi profumati, fruttati e floreali come il Passerina, da abbinare al pesce e piatti delicati, oppure bianchi sapidi e di carattere come il Pecorino, ideale per arrosti di pesce e campofilone in guazzetto di scorfano. I Verdicchi di Matelica Enzo Mecella e le varietà di Vedicchio dei Castelli di Jesi da piccoli produttori completano la proposta dei bianchi.
Tra i rossi, Sangiovese delle Marche, rosso Piceno, rosso Conero, Marche rosso, Offida rosso, Lacrima di Morro d'Alba e Vernaccia di Serrapetrona, da annate giovani a evoluzioni in barrique e riserve, ottimi per primi importanti, carni dall'agnello al coniglio e selvaggina.
La carta è in continua evoluzione, con l'intenzione di presentare sempre più vini naturali da piccoli vignaioli delle Marche.
Per gli amanti dei vini da fine pasto, una piccola selezione di passiti bianchi e rossi, vino e visciole, e spumanti dolci (rossi) di Vernaccia di Serrapetrona dell'Azienda Terre di Serrapetrona . L'Anisetta Meletti o L'Amaro della Sibilla di Varnelli concludono in bellezza.
Qui gli antipasti sono già belli sostanziosi e colorati, noi abbiamo optato per una degustazione di:
olive all'ascolana fatte a mano (con possibilità di ordinarle anche veg);
cremino (ovvero crema pasticcera fritta!!!);
verdure fritte (senza pastella, croccanti e leggere);
ciauscolo IGP Re Norcino e cracker ai semi di finocchio.
Lungo i miei viaggi per l’Italia ho avuto spesso modo di assaggiare varie olive all’ascolana portate in giro da fanatici marchigiani tra ristoranti, osterie, bar e food truck, e per quanto quelle mangiate in Piazza Libertà ad Ascoli Piceno siano rimaste decisamente impresse, devo dire che queste, dal ripieno così equilibrato, dal gusto deciso e con grande carattere, si sono fatte largo nella mia TOP 5.
Il ciauscolo IGP è un salame tipico marchigiano, viene realizzato utilizzando tagli di carne suina tra spalla, prosciutto e pancetta grassa in modo da rendere il salume molto morbido. Al palato quasi si scioglie e abbinato al cracker con i semi di finocchio è davvero uno spettacolo di entusiasmo e gaudio.


A seguire mi lancio sui maccheroncini fatti a mano alla "gricia", tartufo nero di Acqualagna, guanciale Re Norcino e pecorino di fossa. Un piatto divertente che intriga il palato mantenendo la curiosità sempre alta: ogni boccone è differente, si continua a volerlo mangiare per scoprire cosa potrà mai venire dopo. Il problema è che finisce troppo presto. Ci abbino un Komandante 2020, dell’azienda McCalin. Un vino rosso da uve Montepulciano affinato in acciaio 15 mesi, nessuna filtrazione, lieviti indigeni e soprattutto una gradazione da 15,5% che non si fa (quasi) sentire.


Provo anche i vincisgrassi, tipica lasagna maceratese con tartufo nero di Acqualagna. Praticamente il piatto delle feste, della domenica in famiglia, della nonna. Si tratta di una ricetta tipica della tradizione marchigiana e anconetana, sono una variante della pasta al forno o delle lasagne che conosciamo tutti. Valentina ci spiega che la preparazione richiede tempo, è necessario, infatti, stendere rigorosamente a mano una sfoglia di pasta all’uovo sul momento e questo, va da sè, allunga i tempi di attesa in sala. Ma vi assicuro che ne vale la pena, è una lasagna diversa da quella a cui siamo abituati in regione, il gusto è più acidulo e spiccato e quella crosticina che si forma sopra, ciao proprio. Anche il ragù è particolare, la carne non viene macinata ma tagliata a mano e la besciamella è molto più densa e ci vanno giù pesante con la noce moscata. La ricetta originale del ‘700 prevede anche le interiora, che però alla Trattoria Al Picchio hanno preferito evitare.
Come seconda portata scelgo il coniglio in potacchio, pomodorini confit, olive e finocchio selvatico. Il potacchio è un’altra specialità marchigiana che richiede un tempo di cottura abbastanza lungo, in cui la dolcezza del coniglio viene accompagnata dal profumo unico delle spezie, tra cui rosmarino, alloro, salvia e finocchietto selvatico, il tutto legato insieme da una fresca e gustosa salsa di pomodoro. Le olive taggiasche completano splendidamente l’equilibrio di sapori donando una punta amara a completare il piatto. In accompagnamento scelgo Robbione 2015, della cantina Terre di Serrapetrona, da uve Vernaccia nera che in parte vengono appassite. Fa 12 mesi in acciaio e 36 mesi in botte di rovere. Un vino giovane, vibrante e fresco con una carica alcolica non da poco (15%) e tanto ancora da esprimere.


Arriva il momento del dessert e senza pensarci due volte ordino la crostata marchigiana con ricotta di pecora, amaretti e cioccolato fondente. Una crostata morbidissima, molto godereccia e perfetta per questa conclusione ricca di suggestioni evocative.
Concludiamo questo percorso inaspettato sorseggiando l'Anisetta Meletti, morbido distillato di anice, antica tradizione del territorio Ascolano. Mi fermo a scambiare quattro chiacchiere con Luigi, che mi spiega con meticolosità come il menu segua il cambio delle stagioni e accoglie prodotti locali da agricoltura km0 uniti a prodotti tipici delle Marche da piccoli produttori selezionati. Gli chiedo come mai proprio il simbolo del picchio, la tradizione vuole che gli Dei inviassero all'antico popolo dei Piceni un picchio, che li guidò fino a raggiungere una terra ricca e prosperosa: le Marche. Ancora oggi è il simbolo della regione e un pezzetto, per fortuna, è stato esportato anche in Friuli.
Conclusioni
La Trattoria Al Picchio è quel luogo dal timbro caloroso, dove il mangiare diventa viaggio incantato tra sollecitazioni, memorie, suadenze dell'immaginario. Usando le loro parole “più che ricette, racconti rapsodici di stili di vita, sinfonie di gusti evocanti paesaggi mediterranei, del tutto inusuali nel pubblico novero dei ristoranti regionali.” Situata a Martignacco, la trattoria ha sede al piano terra della loro abitazione dei primi del ‘900 ristrutturata con gusto e sobrietà, dotata di splendido caminetto che conferisce tono e accoglienza agli interni.
Ma quanto è bello trovare realtà di cuore di questa portata?
Trattoria Al Picchio
Via Udine 76/B - 33035 Martignacco
Per prenotazioni: info@trattoriaalpicchio.it | +39 0432 678652 | +39 338 4389778
Giorni di chiusura: domenica sera, lunedì e martedì